sabato 12 novembre 2016

Felice Franceschetti, 1921 - 1945



Due foto di Felice Franceschetti "Checo", carabiniere 
e  partigiano di Cologna di Pieve di Bono TN,
ucciso dai tedeschi a Trevignano TV.
(In alto: archivio privato fam. Luciano Bottacin,

in basso: sito della Provincia Trento)

Non è chiaro perché questo partigiano sia ricordato nel monumento di Treviso, non essendo egli né nato né residente in comune di Treviso. Forse il motivo va ricercato nella sua  sepoltura nel cimitero di San Lazzaro dopo l'esumazione da Trevignano il primo luglio 1945, quando la sua identità non era ancora nota ma era conosciuto solo col nome di battaglia "Checco". Sepoltura che avvenne assieme a quella del compagno di lotta Ugo Bottacin , ucciso con lui a Trevignano dai tedeschi nelle prime ore del 22 marzo 1945. Tuttavia, dopo il riconoscimento del suo vero nome, la salma di "Checco" venne traslata a Pieve di Bono, dove era nato, e tumulata nel camposanto di Creto il 10 novembre 1946. Infatti Franceschetti non figura fra i 40 partigiani che una settimana più tardi verranno sepolti dopo una solenne cerimonia funebre nella cattedrale di Treviso nel mausoleo appositamente costruito al cimitero di San Lazzaro.
Felice Franceschetti, carabiniere e partigiano
(Dal discorso pronunciato da Enzo Filosi — giornalista e cultore di storia locale — il 21 marzo 2015, durante la commemorazione di Felice Franceschetti a Cologna di Pieve di Bono (TN)  nel 70° della Liberazione)


«Nato a Cologna di Pieve di Bono il 19 agosto 1921 da Natalina Scaia, casalinga e da Emanuele Franceschetti, custode forestale, Felice frequenta le scuole elementari e come tutti i coetanei, negli anni dell’adolescenza aiuta i suoi nel lavoro dei campi per integrare il non florido bilancio familiare. Ma arrivano gli anni della sofferenza e delle privazioni. Nel 1936 muore il padre Emanuele e nel 1940 Felice è chiamato al servizio di leva. Potrebbe ottenere il congedo anticipato in quanto orfano ed unico sostegno per la madre Natalina. Ma in paese non vi sono prospettive di lavoro ed allora sceglie l’arruolamento volontario come allievo carabiniere in ferma triennale.
L’anno successivo, il 27 dicembre 1942, viene destinato alla stazione carabinieri di Asiago ove rimane sino al luglio del 1943. Sono i giorni drammatici della destituzione del duce Benito Mussolini ad opera del Gran Consiglio del Fascismo. Il carabiniere Felice Franceschetti deve suo malgrado seguire le sorti di un regime agonizzante.
Viene aggregato al gruppo autonomo carabinieri presso il Ministero della Difesa nazionale con incarichi che prevedono anche rastrellamenti di sbandati dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943: trova il modo di evitare questo odioso incarico e, dopo una breve permanenza presso la stazione
di Asolo, viene definitivamente assegnato alla stazione carabinieri di Volpago del Montello, in provincia di Treviso.
Sono di questo  periodo le numerose lettere che Felice invia alla mamma Natalina, preoccupato per le sue precarie condizioni economiche: a lei manda ogni mese buona parte del salario. Da questa corrispondenza traspare anche una grande incertezza per il futuro, l’oppressione di un’atmosfera di sfascio che circonda gli italiani ed in particolare quelli in armi.
Tra il 1943 e l’estate del 1944 trascorre brevi periodi di licenza a Cologna: incontra qualche amico, qualche commilitone sbandato che lo consigliano di non ritornare in Veneto… , “Un nascondiglio”, dicevano, “lo si trova sempre in montagna sfuggendo così alle ricerche delle pattuglie tedesche e della polizia trentina… sino alla fine della guerra… ”. Ma Felice aveva probabilmente già maturato la sua radicale “scelta di campo”: certo è che ogni volta ritornava al proprio reparto.
La corrispondenza con mamma Natalina e con gli amici del paese s’interrompe durante l’estate del 1944. A Volpago la situazione è sempre più drammatica. La caserma è occupata dalle formazioni partigiane ed ai carabinieri viene data facoltà di congedarsi oppure di entrare nelle file dei combattenti per la libertà […] .
Felice Franceschetti sceglie la strada più rischiosa della lotta clandestina. Il suo migliore amico, Vittorio Pagotto, riceve verso la fine di settembre ad Arcade […] ove abita, da un commerciante di passaggio, un breve messaggio, con pochi saluti, firmato “Checo”, il nome di battaglia di Felice. La provenienza, Revine Lago, altro comune trevigiano dove, si seppe poi, si erano costituite alcune
A sx. Luciano Bottacin "Friz" (19 anni, fratello di Ugo
in posa, dopo la Liberazione, con Gino Pasqualotto "Laura",
del comando della ''Wladimiro''. 
Sullo sfondo s'intravede la chiesa di Silea (TV).
(Archivio privato fam. Luciano Bottacin)
formazioni partigiane (Mazzini - Tollot). Dopo, più nulla.
Con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Treviso, attraverso altre fonti e le testimonianze di un suo compagno di lotta (Bottacin Luciano) abbiamo potuto ricostruire l’itinerario di combattente per la libertà di Felice Franceschetti, a partire dal 20 agosto 1944 e sino all’ultima battaglia di Zapparè.
Entrato nella brigata mobile d’assalto “Wladimiro Paoli”, appartenente alla divisione “Francesco Sabatucci” che operava nel settore orientale della provincia di Treviso, il “Checo” partecipa alle principali azioni di guerriglia nelle formazioni partigiane […] ».

Dopo l'uccisione, il partigiano “Checo” verrà sepolto assieme a Ugo Bottacin dapprima nel cimitero di Trevignano, senza l'autorizzazione dell'ufficiale di Stato Civile di quel comune, e poi nel cimitero maggiore di Treviso-San Lazzaro.

Atto di Morte di Felice Franceschetti (partic.) - Comune di Trevignano (TV)


Il tribunale di Treviso, con sentenza del 3 novembre 1947, ordina al comune
di Trevignano l'iscrizione dell'atto di morte di Felice Franceschetti
nei suoi registri di stato civile.
Trascrizione
«Franceschetti Felice fu Emanuele - In Nome del Popolo Italiano - Il Tribunale Civile e Penale di Treviso [...] composto dagli Ill.mi Sigg. Da Dalt Cav. Uff. Egidio - Presidente, Ferlan Dott. Vladimiro - Gorga Dott. Giovanni - Giudici ha pronunciato la seguente Sentenza sulla istanza del P. M. presso questo Tribunale del 18 settembre 1947 perché sia ricevuto l'atto di morte di Franceschetti Felice deceduto in Comune di Trevignano e sepolto senza l'autorizzazione dell'Ufficio di Stato Civile. Udito il Relatore, ritenuto come risulta dagli atti che nel 22 marzo 1945 è deceduto in Trevignano Franceschetti Felice chiamato Checco fu Emanuele e di Scaia Natalina nato a Cologna di [Pieve] di Bono il 19 agosto 1921, ivi residente, ed al suo cadavere è stata data sepoltura in quel di Trevignano senza l'autorizzazione di detto Ufficiale dello Stato Civile;
che però va ordinata la iscrizione dell'atto di morte del Franceschetti Felice nei registri dello Stato Civile del Comune di Trevignano [...] ».


Domenica 1 luglio 1945 - Sepoltura a Treviso dei partigiani Franceschetti e Bottacin

3.7.1945: il Corriere Veneto (testata che fino al 17 luglio 1945
sostituisce il Gazzettino ed esce "a cura del P.W.B."),
dà conto delle onoranze funebri ai due partigiani caduti a Trevignano
che si sono tenute domenica 1 luglio 1945 a Treviso.
Uno dei due caduti (Felice Franceschetti)
è ancora conosciuto con il solo nome di battaglia "Checco".

Trascrizione

Solenni onoranze a due Caduti per la Libertà
«Uno dei più fulgidi episodi che dimostra ancora una volta il coraggio e il sacrificio dei patrioti è quello avvenuto nella notte dal [21 al 22] marzo scorso nei pressi di Trevignano, piccolo rustico borgo della nostra provincia.
Una squadra di "garibaldini" affrontava una formazione di SS tedesche con la quale impegnava combattimento. Nonostante la schiacciante superiorità di mezzi e di uomini, i tedeschi lasciavano sul terreno alcune decine di morti ed altri rimanevano feriti. Nel sanguinoso combattimento cadevano eroicamente il giovanetto diciassettenne Ugo Bottacin (Bocia) di Treviso ed un partigiano già commissario politico della brigata "Wladimiro", noto sotto il nome di battaglia "Checco".
Di quest'ultimo, però, finora sono ancora sconosciute le generalità. I compagni dei due Caduti hanno voluto domenica mattina [1 luglio 1945] rendere solenne tributo alle salme, che erano state trasportate dal camposanto di Trevignano alla caserma Colombo di Treviso, dove era stata allestita la camera ardente. Alle 9 un lungo corteo, preceduto da una bandiera e dal gagliardetto della brigata "Wladimiro", unitamente a numerosi compagni di fede e di ardimento, di rappresentanze  delle altre formazioni di patrioti, dei congiunti del Bottacin, si è mosso dalla caserma e percorrendo la riviera Garibaldi, lungo il Sile, si è diretto per viale Fratelli Bandiera verso il Cimitero Comunale Maggiore, dove è stata celebrata una breve funzione religiosa. Prima che le salme fossero calate nelle tombe, alcuni compagni hanno recato l'estremo saluto alla memoria dei due Caduti.
Sulle fosse sono state deposte ghirlande di fiori freschi, pietoso omaggio dei genitori e fratelli del martire Bottacin e delle brigate  "Wladimiro", "Negrin", "Cirillo" [divisione Sabatucci], "Bavaresco", "Amerigo Perini" e "Bottacin"».
(Corriere Veneto, martedì 3 luglio 1945)




Scheda del partigiano Felice Franceschetti (Checco) nell'elenco dei caduti della divisione Sabatucci.
(Aistresco ID 359, n. inv. 024, f. Resistenza,
fasc. "Divis. Garibaldi F. Sabatucci - Elenco caduti, feriti compresi")

Trascrizione
16) - Franceschetti Felice (Checco) nato il 19 agosto 1921 a Pieve di Bono (Trento) - Caduto in combattimento il 22 Marzo 1945 a Zapparè di Trevignano.
Caduto nel fatto d'arme di cui al numero 15 (Bottacin Ugo).

                            

Vai alla pagina che ricostruisce


Il monumento al partigiano Checo nel suo paese

Cologna di Pieve di Bono (TN): il piccolo complesso monumentale
in memoria del carabiniere e partigiano Felice Franceschetti
ucciso in combattimento dai tedeschi a Trevignano (TV) nella notte fra 
il 21 e il 22 marzo 1945. Si trova all'altezza di Cologna (suo paese natale) 
ai bordi della strada della Valle del Chiese, sulla sinistra in direzione sud
ed è stato inaugurato in occasione del 50° anniversario della Liberazione.

 
Targa partigiana in memoria  -
Cologna di Pieve d Bono (TN): Felice Franceschetti, il carabiniere e partigiano 
(nome di battaglia Checo), morto in combattimento a Trevignano (TV) 
nella notte fra il 21 e il 22 marzo 1943,
è ricordato da una stele e una targa in bronzo nel suo paese natale.

Alle origini del monumento a Franceschetti

Bruno Franceschetti, di Cologna, chiede che venga degnamente onorata la memoria del partigiano Checo.
''Pieve di Bono Notizie'', giugno 1994. (Archivio privato fam. Luciano Bottacin)

Sabato 22 marzo 1995: l'inaugurazione del monumento 

Comune di Pieve di Bono (TN) - Inaugurazione del monumento a Cologna
per onorare la memoria del partigiano Felice Franceschetti "Checo"
Lettera d'invito con il programma della giornata.
(Archivio privato fam. Luciano Bottacin)

Cologna di Pieve di Bono (TN), sabato 22 marzo 1995.
Testo dell'intervento (con firma autografa) del compagno d'arme Luciano Bottacin "Friz"
all'inaugurazione del monumento al partigiano Felice Franceschetti "Checo", 

nel 50° della sua morte e della liberazione dell'Italia dal fascismo e dal nazismo.
(Archivio privato fam. Luciano Bottacin)

Trascrizione dell'intervento del partigiano Luciano Bottacin, che partecipò al combattimento in cui furono uccisi dai tedeschi suo fratello Ugo e Felice Franceschetti.

«Cari Amici,
E' con profonda commozione che prendo la parola in questa cerimonia a ricordo dell'indimenticabile Checco.
Sono uno dei pochi sopravissuti, fra coloro che parteciparono, nella notte del 22 marzo di 50 anni fa', allo scontro con i tedeschi, che guidati da spie, accerchiarono il nostro distaccamento.
Nel supremo sforzo, per rompere l'accerchiamento, all'alba del 22 perse la vita, armi in pugno, Felice Franceschetti assieme a mio fratello appena diciasettenne.
Ho vissuto con Checo quei lunghi mesi - un inverno duro, alla macchia, sempre con il nemico alle calcagna - e ne ho apprezzato le doti.
Serio, coraggioso, solidale, è stato per noi un fratello.
Aveva - come Carabiniere - rifiutato di servire la repubblichina di Salò, portando fra noi quel senso di servizio, di spirito di sacrificio che è nelle caratteristiche dell'Arma.
Noi lo abbiamo sempre ricordato, lo ricordiamo. Avremmo voluto avere i suoi resti mortali nel nostro Mausoleo, assieme agli altri nostri fratelli Caduti.
Sono onorato di essere qui oggi a ricordarlo ed a ricordare il valore del suo sacrificio per un'Italia pulita, che ancora cerchiamo.
Bottacin Luciano».


                                                                     


Il monumento ai dieci civili fucilati dai nazisti ("i dieci martiri di Zappare")


Il primo monumento ai dieci contadini di Zapparè fucilati per rappresaglia
dai tedeschi, il mattino del 22 marzo 1945. (Archivio privato fam. Luciano Bottacin "Friz")
Vai al monumento attuale, realizzato su disegno dell'architetto Manolo Bordin.




4 commenti:

  1. Grazie di avere ricordato con competenza e verità storica il partigiano Checo, originario di Pieve di Bono. Del quale mi sono occupato affinchè anche nella sua terra d'origine il suo ricordo fosse conservato nella memoria collettiva. Enzo Filosi

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    1. Abbiamo assolto entrambi a un nostro dovere civico.

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  2. In parole povere, chi pagava per le azioni dei partigiani erano poveracci innocenti di tutto.
    Mi faccio anche una domanda.
    Dai documenti dell'eccidio, si parla sempre di "compagni":
    ma i partigiani lottavano per una Italia libera dai Tedeschi, o per una Italia da passare poi all'Unione Sovietica?

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    1. In parole povere, chi si è rifatto su dieci poveracci innocenti per un suo morto in battaglia è stato l’occupante nazista.
      È vero: nei documenti dell’eccidio pubblicati in questa pagina non si parla mai dei camerati italiani, che pure furono quelli che richiesero l’intervento dei tedeschi di Montebelluna contro i partigiani.

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