sabato 12 novembre 2016

Carlo Bortolato, 1911-1945

Bortolato Carlo di Attilio, Treviso, classe 1911
Capitano di Fanteria di comp.to
Partigiano Combattente - Brg. Mameli - Gr. Brigate G.L.
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Caduto il 29 aprile 1945, a Quinto di Treviso
Accorso in aiuto a un reparto partigiano accerchiato dai tedeschi veniva ucciso nel tentativo di salvare i compagni
Impiegato - diplomato               (Elio Fregonese, 1997)


Ulteriori informazioni tratte dal foglio matricolare
Bortolato Carlo, classe di leva 1911, matricola 36109, Distretto di Treviso
Figlio di Attilio e di Melliano Maria, nato il 6 ottobre 1911 a Treviso
5.11.1931 Visita di leva: statura m. 1,67 - torace m. 0,89
Professione: impiegato - Titolo di studio: 3.a Commerciale
Residente a Treviso, via S. Parisio n. 14
9 aprile 1932 «Assegnato alla ferma minore di 1° grado (mesi 12) perché pur avendo titolo alla ferma minore di 2° [grado - 7 mesi] manca senza giustificato motivo del requisito dell’istruzione premilitare».
1 ottobre 1932 Chiamato alle armi e giunto al 73° Rgt. Fanteria [“Lombardia”, sede a Fiume]
31 dicembre 1932 Caporale
10 giugno 1933 Caporale maggiore
27 agosto 1933 Dichiarato idoneo al grado di sergente
1 ottobre 1933 Mandato in congedo illimitato per fine ferma
8 febbraio 1935 Richiamato alle armi per effetto della Circ. 180 G.M. 1935 e giunto presso il 70° Rgt. Fanteria [“Ancona”, sede a Arezzo]
4 settembre 1935 Sergente al 219° Btgl.  Complementi “Gavinana” con anzianità e decorrenza assegni 15 febbraio 1935
Partito per la Colonia Eritrea col Comando mobilitato per esigenza […] imbarcandosi a Napoli.
15 giugno 1936 Sbarcato a Massaua nel 705 Rgt. Fanteria *
25 giugno 1936 Sottotenente di complemento arma di Fanteria nel 429 Rgt. per il servizio di prima nomina.
«Parificato il 23 febbraio 1937».

* Allarrivo di Bortolato in Eritrea (Massaua) laggressione dell'Italia fascista allEtiopia - ufficialmente nota come Guerra dEtiopia (3 ottobre 1935-5 maggio 1936) - era terminata.

Il foglio matricolare di Bortolato termina con l'aggiornamento del febbraio '37. Nulla vi è scritto della sua successiva partecipazione alla Seconda guerra mondiale (in Jugoslavia), né della sua attività partigiana.
Queste importanti notizie su uno dei maggiori esponenti della Resistenza trevigiana sono sicuramente presenti, invece, nel suo “Fascicolo matricolare”, conservato con tutta probabilità presso il CEDOC (Centro Documentale dell’Esercito) di Padova.
Purtroppo i responsabili di tale struttura, pomposamente definita (secondo il sito ufficiale dell’Esercito italiano) «lo sportello dell’Esercito verso il cittadino» sono di una maleducazione senza pari. Altro non si può dire di chi neppure risponde alle lettere e alle email che vengono loro inviate.


Motivazione medaglia d'argento al valor militare

Bortolato Carlo
[...]
Alla memoria
Sorpreso dall'armistizio in territorio straniero, evitava la prigionia e riusciva a raggiungere il suolo patrio insieme ad alcuni dipendenti a bordo di un motoscafo da lui trafugato, portando con sé numerose armi e munizioni ed entrando subito nelle file della resistenza. Animatore instancabile, sempre di esempio ai commilitoni per la fede adamantina che animava ogni sua azione e per il sereno coraggio con cui affrontava i pericoli gravissimi che si frapponevano nell'espletamento dei compiti, costituiva ed organizzava tre brigate partigiane con le quali prendeva parte a numerosi combattimenti fra cui quello per la liberazione di un grosso centro cittadino, emergendo su tutti per il coraggio e la capacità di capo.
Nel corso dell'insurrezione finale, avuta notizia che un reparto partigiano stava per essere sopraffatto da preponderanti forze nemiche, si portava con pochi animosi sul luogo della lotta, deciso a tutto osare per liberare i fratelli d'arme stretti nella morsa nemica.
In tale eroico, generoso tentativo perdeva la vita.

Veneto, 15 ottobre 1943 - 29 aprile 1945
Decreto 13 ottobre 1969 , G.U. 27/70

Atto di Morte, Stato civile comune di Treviso (partic.)


Carlo Bortolato partigiano, atto di morte, trascrizione:
«Il giorno ventinove del mese di Aprile dell'anno millenovecentoquarantacinque
alle ore tredici e minuti trenta in Quinto di Treviso, località Gambero Strada Noalese,
per azioni di guerra contro truppe tedesche è morto Bortolato Carlo dell'età di anni trentatre
cittadino italiano di razza ariana residente in Treviso, che era nato in Treviso da Attilio pensionato
residente in Treviso e da Melliano Maria casalinga residente in Treviso
e che era di professione ragioniere di banca, di stato civile coniugato con Zanatto [Zanotto] Olga*».
Nota - La moglie di Carlo Bortolato, Olga Zanotto, era impiegata nello studio dell'avv. Leopoldo Ramanzini, il prefetto della Liberazione. (Cfr. "Carlo Bortolato", di Enrico Opocher. Articolo su Giustizia e Libertà, Settimanale Veneto del Partito d'Azione, 28 ottobre 1945).
Alle elezioni amministrative del 31 marzo 1946, a Treviso, Olga Zanotto sarà in lista - ma non verrà eletta - col Partito d'Azione. (Cfr. Rinascita, Organo [settimanale] del Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale, 2 marzo 1946). Nel successivo numero di Rinascita e nel numero del 23 marzo 1946 de Il Lavoratore, Settimanale della Federazione Trevigiana del PCI, sono pubblicati i nomi di tutti i candidati alle amministrative del comune di Treviso per i sei partiti in lizza: Partito d'Azione, Partito Comunista, Partito Repubblicano, Democrazia Cristiana e Partito Cristiano Sociale [uniti], Partito Socialista, Partito Liberale.

Ricordo di Carlo Bortolato a un anno dalla sua morte


Articolo non firmato ma che, dallo stile, si può attribuire ad Enrico Opocher, pubblicato il 27 aprile 1946 su Rinascita, settimanale del Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale di Treviso.
UN CADUTO del C.L.N. Provinciale
«Il rag. Carlo BORTOLATO appare vivo più che mai nel grato ricordo di chi sinceramente condivise con Lui ore di trepidazione e di entusiasmo, di lavoro e di lotta.
Membro del C.L.N. Provinciale clandestino, quale rappresentante del Partito d’Azione, Carlo Bortolato fu organizzatore instancabile di brigate partigiane, sostenitore audace del movimento di resistenza.
Dopo l’armistizio che Lo colse in terra straniera, con una fuga avventurosa verso la Patria a bordo di un motoscafo, Egli iniziò una serie di imprese audaci, accuratamente preparate e compiute con una volontà implacabile.
Ad un anno dalla morte la sua figura palpitante, avvolta dal fascino di una semplicità costante, sembra riapparire qua e là per sorridere, per incitare, per guidare ancora fra le frequenti delusioni del vivere presente.
Sembra rivederlo, come un tempo, frettoloso, tra un appuntamento e l’altro, sempre pronto a recarsi in zone lontane, in paesi diversi per portare ordini e soccorsi, per ispezionare, per organizzare, per accendere nei cuori dei giovani la fiamma della libertà e della giustizia. E coi suoi giovani volle rimanere nei giorni della insurrezione. Non in seno al C.L.N. Provinciale il quale in quei giorni si accingeva al grave compito del riassetto della cosa pubblica, ma lontano trovava posto, ove più accanita si accendeva la mischia, ove maggiore era il pericolo.
Cadde a Quinto il 29 aprile, vittima dell’insidia feroce dei nazisti in fuga, accanto al suo prediletto collaboratore dott. Vito Rapisardi. Combatterono assieme l’ultima battaglia e certo consumarono il sublime sacrificio baciando con lo sguardo il santo tricolore sul quale stava scritta l’idea per cui tanto avevano lottato, tanto avevano organizzato e per la quale davano sé stessi.
A Quinto, sul luogo del martirio, un bianco cippo ricorda ai passanti il Suo nome indimenticabile accanto a quelli degli altri volontari delle formazioni “Giustizia e Libertà” Vito Rapisardi, Bruno Chiarello, Francesco Colamarino, Schreiber Emilio, Bruno Guolo, Alessandrini Ottorino, Luigi Mazzucco e Rino de Vecchi».

Ricordo di Carlo Bortolato (e degli altri partigiani di GL uccisi a Quinto di TV)
a due anni dalla loro morte


Breve ricordo con foto del partigiano Carlo Bortolato
e degli altri due decorati di Giustizia e Libertà
Bruno Chiarello e Vito Rapisardi.
Foto del partigiano garibaldino
Vittorio (Tito) Zanatta di Selva del Montello
ricordato dal compagno di lotta "Volpe".
L'articolo appare su La nuova strada, settimanale dell'A.N.P.I. provinciale di Treviso, anno 2, n. 19, 9 maggio 1947 e occupa nella pagina più o meno lo stesso spazio di quello dell'anno precedente dedicato al solo Bortolato dal settimanale del CLN Rinascita, che nel frattempo ha cessato le pubblicazioni, come ha cessato di esistere lo stesso Comitato di Liberazione Nazionale, dopo aver esaurito il suo compito di traghettare la società italiana dalla dittatura alla democrazia.
Il 1947 sarà anche l'ultimo anno in cui i vari fatti e personaggi della guerra partigiana verranno ricordati con una certa regolarità dalla stampa. Finiti i governi di coalizione nati dalla Resistenza, la lotta politica fra le due principali forze in campo (Democrazia Cristiana e Socialcomunisti) diventerà sempre più accesa e senza esclusione di colpi fino alle elezioni del 18 aprile 1948 che vedranno la sconfitta delle forze di sinistra e il definitivo affermarsi della DC.
La Resistenza continuerà a venir celebrata nel canonico 25 Aprile.
Negli altri giorni i partigiani saranno emarginati, vilipesi, costretti ad emigrare in cerca di un'occupazione che per loro, teste calde e "inaffidabili", in Italia non c'era.
Finiti i processi delle Corti di Assise Straordinarie con qualche condanna a morte di criminali sì, ma gregari, del Partito Fascista Repubblicano (i loro capi sapranno trovare i giusti appoggi per salvare la pelle e trascorrere al massimo brevi periodi in carcere) saranno i partigiani a venir processati e incarcerati dal vecchio apparato amministrativo-giudiziario fascista che, dopo una parvenza di epurazione, era tornato ad occupare i gangli del nuovo potere democristiano.


I NOSTRI EROI
Treviso

«Due anni sono ormai passati dal giorno in cui una vile imboscata del nemico, ormai vinto ed in procinto di darsi alla fuga, stroncava orrendamente, presso Quinto di Treviso, la vita di un manipolo di valorosi partigiani del Gruppo Brigate "Giustizia e Libertà": Bortolato Carlo, Rapisardi Vito, Chiarello Bruno, Schreiber Emilio, Alessandrini Ottorino, C[o]lamarino Francesco, De Vecchi [Rino], Mazzucco Luigi, Guolo Bruno.
Erano dei puri combattenti (Carlo Bortolato e Vito Rapisardi erano stati anzi tra i fondatori delle brigate "Giustizia e Libertà" in provincia di Treviso) e, per singolare ironia della sorte, caddero, dopo tante rischiose azioni felicemente compiute, proprio quando stavano per raccogliere il frutto dei loro sacrifici. Ed il loro corpo straziato ci venne riportato proprio nelle ore in cui Treviso esultava per l'avvenuta liberazione e tutti noi li aspettavamo per dividere con loro, che ne erano tanto degni, la gioia comune. Li piangemmo allora con animo fraterno e mai vittoria ci sembrò così amara come in quel momento.
Oggi, dopo due anni, due anni di esperienze dure in cui le speranze si sono unite alle delusioni, il Gruppo Brigate "Giustizia e Libertà" ed i partigiani tutti sentono il dovere di additare l'esempio luminoso di questi martiri: faccia il popolo italiano che il loro sacrificio non sia stato vano».


La foto di Carlo Bortolato nel monumento ai partigiani di Treviso.


Via Carlo Bortolato, partigiano: ultima laterale a sx di via S. Antonino,
provenendo da Treviso verso Casier.


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